La città di Roma si è impegnata nella ricerca di strade alternative in grado di contenere e di convertire il fenomeno del writing in qualcosa di positivo e costruttivo. In quest’ottica nasce la necessità di “Muri legali” ovvero di spazi individuati da cittadini, istituzioni e associazioni, che vengono messi a disposizione dal comune a coloro che vogliano esercitare la propria arte.
I Muri legali sono spazi liberi destinati a chiunque voglia esprimersi liberamente nel rispetto della legge e del decoro della città. Quest’azione vuole promuovere un avvicinamento del writer (colui che produce materialmente i graffiti) alla sfera legale dell’espressione urbana, diminuendo l’impatto sulla città e sul volume di scritte vandaliche. Sicuramente la pratica illegale mostra ancora un indubbio fascino del proibito ma la risposta data dai muri legali è quella di rendere possibile la pratica della propria passione su muri visibili e legali, permettendo di elaborare progetti più ambiziosi, che necessitano di più tempo e colori, e che entrino nel contesto ambientale circostante non soltanto nella piccola porzione di muro che si può conquistare nell’illegalità. Alla base dunque del progetto dei muri legali c’è una volontà di sostituire alla quantità la qualità: quindi ad un proliferare incontrollabile di scritte qualitativamente scadenti si sostituiscono lavori maggiormente curati in aree controllate. L’idea che deve guidare la costruzione di tale progetto è basata sulla necessità di introdurre pratiche di cittadinanza attiva che tengano in considerazione la diffusione incontrollabile dei graffiti come strumento di comunicazione privilegiato delle giovani generazioni e del fascino che esercita nei media. L’azione dei muri legali, intrecciata con altre azioni di riqualificazione e di arte pubblica, deve essere ragionata su tempistiche di 4/5 anni per avere dei riscontri in termini di decoro. Questa stima è prodotta osservando l’avvicendarsi delle generazioni di writers, che cambiando circa ogni 5 anni permetterebbero al progetto di evolversi e di entrare in contatto, attraverso i corsi nelle scuole, con le nuove generazioni.
Il giovane, che potrebbe essere “potenzialmente” il writer di domani, entra in contatto con la cultura del writing attraverso esperienze che lo metteranno in contatto con le generazioni passate, con momenti di scambio e condivisione che lo portino a riflettere sulla necessità e sul fascino del vandalismo in un contesto continuamente depauperato come quello della città di Roma. Così facendo in 5 anni si potrebbero intercettare gli umori e le necessità di molti giovani studenti, e non solo per prevenire il vandalismo ma anche per i muri legali quindi, un altro pezzo di una politica urbana che se ben attuata potrà incidere sul futuro del decoro di questa città.
La politica dei muri legali è necessariamente legata alla situazione sociologica di un determinato contesto urbano, in questo caso di una metropoli come Roma. Si palesa quindi la necessità di studiare e introdurre una metodologia che tenga in considerazione la specifica composizione umana che anima la scena dei graffiti a Roma. A questo proposito è stata proposta una suddivisione in due specifiche categorie delle superfici destinati a diventare muri legali. Una categorizzazione utile a diversificare l’approccio con gli utenti, ideata grazie ad un lavoro quotidiano sulle dinamiche e sugli eventi legati al mondo dei graffiti. Le zone destinate a diventare muri legali sono quindi divise in due tipologie che pur avendo una base comune sono pensate per accogliere diverse tipologie di writer: MURI LIBERI e gli HALL OF FAME.